Quando ci si sposa, lo si fa anche davanti alla legge. Questo significa che i coniugi assumono degli obblighi e dei doveri reciproci che possono essere impugnati, qualora si verifichino circostanze negative nel rapporto di coppia. La Corte di Cassazione ha stabilito che la violazione dei doveri coniugali è risarcibile come danno patrimoniale.

Chi tradisce, paga

Questo è il senso della sentenza: chi tradisce, paga. E’ una tutela dalla parte della persona che subisce il tradimento e quindi la rottura dei patti matrimoniali e il venir meno dei doveri assunti con il matrimonio. Questi ultimi infatti hanno natura giuridica e la loro violazione integra gli estremi dell’illecito civile. Ovviamente, tali violazioni devono ledere dei diritti che siano riconosciuti dalla Costituzione e da essa protetti. Una volta identificati gli illeciti, si può dare luogo ad una azione che porti al risarcimento dei danni non patrimoniali.

Quali sono i beni protetti dalla costituzione

Nella fattispecie, la dignità e l’onore sono i beni che la Costituzione protegge e, se la condotta di uno dei due coniugi va a ledere quelli dell’altro, allora la legge interviene a difesa e tutela della parte lesa. Occorre però che il danno patrimoniale sia debitamente provato e allegato da chi lo invoca, anche attraverso presunzioni semplici, ma non può essere ritenuto in re ipsa. Per coloro che necessitino di ulteriori approfondimenti, si consiglia di contattare chi offre consulenza avvocato online, in modo tale da poter avere un primo contatto diretto con un professionista legale.

 

Di Walter

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